Ottobre – Dicembre 2022
Confini
I confini sono intesi come limiti. Limiti fisici di territori, regioni geografiche, stati, zone, di trnsizione dove scompaiono le caratteristiche individuanti e iniziano quelle differenzianti. Confini come frontiere, che separano, dividono.
I confini possono essere naturali o artificiali. Il confine è l’indicazione di un limite astratto: tra la vita e la morte, i confini della scienza. I confini sono spaziali e temporali, metaforici e legati alla sfera politica e religiosa. Il confine è la divaricazione primordiali tra Cielo e Terra a partire dal Caos originario.
Il limite quindi è l’elemento che dà ordine al mondo ma anche lo strumento che l’essere umano si è dato per addomesticare la propria paura: l’infinito (in greco letteralmente “il senza confine”) da sempre attrae e atterrisce pa la sua immensità. I limiti possono essere negativi se percepiti come insuperabili o positivi se visti come una meta da raggiungere, un obiettivo da conseguire: il confine sembra esistere solo per essere valicato. Tracciare un limite significa sempre arginare la propria paura dell’ignoto, ma anche la propria brama di infinito.
Il confine esiste allora come definizione mobile, flessibile, sempre superabile, un orizzonte che cerchiamo di raggiungere e che si sposta sempre in avanti, ma mentre tentiamo di avvicinarci il nostro punto di vista cambia e l’orizzonte si fa dinamico. Confini come linea di demarcazione che disgiunge ma, contemporaneamente, come linea di contiguità o punto di contatto tra culture, possibilità, opportunità.
Fissare un confine significa, infatti, anche riconoscere una differenza, consacrare l’esistenza di un’alterità attraverso la regolamentazione del rapporto con essa. I confini devono essere protetti ma inevitabilmente vengono sempre superati. Nell’etimologia latina del confine questa accezione è evocata da limen/limes, limite, frontiera, ma anche soglia, ingresso: termini accomunati dalla presenza di una linea di demarcazione che stabilisce un rapporto di inclusione/esclusione tra gli elementi interni e quelli esterni ad essa.
Il confine è sempre delimitato, ma insiema aperto: porta in sè l’idea del limite e della differenza, dell’alterità e del passaggio come tramite tra dentro e fuori, tra noto e ignoto. Non è una porta serrata, ma un varco da attraversare con una buona guida.